Il Coccio, cultura del mangiar bene
Aeneas primique duces et pulcher Iulus corpora sub ramis deponunt arboris altae, instituuntque dapes et adorea liba per herbam subiciunt epulis (sic Iuppiter ipse monebat ) et Cereale solum pomis agrestibus augent consumptis hic forte aliis, ut vertere morsus exiguam in Cererem penuria adegit edendi, et violare manu malisque audacibus orbem fatalis crusti patulis nec parcere quadris: ‘heus, etiam mensas consumimus’ inquit Iulus, nec plura, adludens.
Eneide, Libro VII, vv. 107-117
Enea, i primi capi ed il bello Iulo posano i corpi sotto i rami di un’alta pianta, preparano il banchetto e nell’erba mettono focacce di farro sotto le vivande (così Giove stesso ordinava) e accrescono il suolo cereale di frutti agresti. Allora consumato già il resto, come la povertà del mangiare spinse a volgere i morsi verso la piccola Cerere e violare con mani e mascelle audaci il piatto della focaccia fatale né risparmiare le larghe focacce: “Ahi, mangiamo anche le mense?” Disse Iulo, nulla più, scherzando.
Eneide, Libro VII, vv. 107-117
Paziente ricerca e buone intuizioni sono per noi le due facce complementari della stessa medaglia: la passione per l’arte bianca e per il suo fondamentale contributo alla gastronomia.
Siamo convinti che siano proprio questi due poli a far progredire la disciplina: solo studi costanti del meraviglioso mondo della panificazione forniscono le basi teoriche e pratiche per aprire la mente a idee nuove e valide, e, parallelamente, sono proprio i guizzi dell’ingegno a fornire valore aggiunto all’arte bianca e a farla avanzare, crescere, evolvere.
Nei 10 versi qui sopra riportati, tratti dal Libro VII dell’Eneide, si trova il seme di un’intuizione piantata a metà degli anni 80, e maturata in breve tempo in quello che, oggi come ieri, risulta un alimento ben preciso e definito, dotato di caratteristiche uniche: il Coccio.
Nel passaggio virgiliano si fa riferimento ad un momento particolare delle vicende di Enea e compagni: una volta approdati sulle coste italiane, riescono a nutrirsi ma, essendo molto affamati dal viaggio appena concluso, si trovano a cibarsi delle loro stesse mense, ovvero i dischi di farro essiccato che gli antichi utilizzavano come piatti su cui poggiare i cibi. Proprio in questo momento Enea ed il figlio Ascanio ricordano le parole di Anchise,padre di Enea, che aveva predetto che avrebbero capito di essere arrivati alla loro destinazione predestinata quando, per la gran fame, sarebbero arrivati a mangiarsi anche i piatti, detti anche mense o cocci.
Ecco, proprio in questa manciata di versi c’è l’origine dell’intuizione che avrebbe portato al Coccio: un semplice cenno all’usanza del mondo greco-latino di impiegare supporti circolari di farro come stoviglie, dette mense o cocci, colto durante un periodo di intensi studi di panificazione, ha portato nel tempo alla definizione e allo sviluppo di un alimento inedito, dotato di proprietà e caratteristiche uniche.
- Una combinazione specifica di farine diverse, tutte provenienti solamente da cereali italiani biologici macinati a pietra, un equilibrio di elementi che sta alla base di un sapore inconfondibile
- Ingredienti altamente selezionati, curati nel loro accostamento per dare forma a pietanze dalla digeribilità ottimale e dal gusto pieno e intenso, alcune legate alle eccellenze del territorio trentino, altre connesse a tradizioni culinarie italiane o internazionali
- Pasta madre con quattro decenni di vita, tempi di lievitazione e maturazione prolungati e rigorosi, impasti lavorati a regola d’arte, per rendere i nostri Cocci altamente digeribili e godibili
Questi i punti chiave del Coccio, piatto con paternità registrata dal 1986 e marchio inserito nel registro delle Camere di Commercio, una molteplice offerta di ricette tutte da scoprire che, qui nella Pizzeria Cocceria Alla Stella, sono andate prima ad affiancare la proposta di pizze, e poi a sostituirla completamente. Un viaggio gastronomico fatto di studio e intuizioni, impegno e passione, tradizione e innovazione, che siamo sempre lieti di condividere con chi ama la cucina di valore e desidera mangiare bene.
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